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3 Ottobre 2008


Il taglio del nastro da parte della D.ssa Mara Silvestrini, Direttore del Museo Archeologico delle Marche e coordinatrice generale del Progetto di ricerca e della Mostra archeologica


Saluto del Sindaco di Muccia
Mario Baroni

Saluto le autorità presenti e tutti gli intervenuti, ringrazio la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Ancona nella persona del Dott. Giuliano de Marinis, le Università di Roma e di Pisa che hanno dato alla nostra comunità la possibilità di essere protagonista di questo evento così importante e significativo.
Un ringraziamento particolare alla Dott.ssa Mara Silvestrini, che è stata la vera animatrice di tutta l’organizzazione degli scavi e di questa iniziativa.
Siamo veramente orgogliosi, come amministrazione comunale, di inaugurare la mostra, che fa conoscere le tracce lasciate dai nostri antenati e che testimoniano quanto il territorio di Muccia e, in particolare, di Maddalena siano stati importanti e abbiano avuto una vita sociale ed economica rilevante.
Osservare ed ammirare i reperti venuti alla luce, grazie al lavoro paziente, preciso, infaticabile degli archeologi guidati magistralmente dalla Prof.ssa Manfredini e posti nella mostra, allestita con equilibrio dall'Arch. Ripari, suscita sentimenti ed emozioni fortissime; gli oggetti ritrovati non sono appartenuti a qualcuno che non ha nulla a che fare con noi, essi sono parte della nostra vita perché ci fanno conoscere un periodo, seppur lontanissimo, da cui ha avuto origine la storia di ciascuno di noi.
Possiamo soddisfare, in questo modo, il desiderio, connaturato in ogni uomo, di sapere che cosa facessero nella vita di ogni giorno, quali lavori svolgessero, quali abitudini avessero i nostri antenati.
Sono veramente compiaciuto, quindi, di vivere questo momento che ci proietta nel passato, ma che ci deve spronare a rendere il nostro territorio sempre più attivo, progredito e in crescita come tanti e tanti anni fa, sfruttando la posizione favorevole del luogo, situato al crocevia di due strade da sempre importanti.
Vorrei ricordare, infine, la Prof.ssa Maria Baiocco Remiddi che aveva seguito sempre con interesse e passione gli scavi di quarant’anni fa, sollecitando ripetutamente l’apertura, a Muccia, di un museo che accogliesse i reperti. Grazie.




Saluto del Presidente della Provincia di Macerata
Prof. Sauro Pigliapoco

Al messaggio di saluto del Sindaco di Muccia aggiungo quello della Provincia, e un ringraziamento a quanti hanno consentito oggi l’inaugurazione di questa mostra, la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, le due Università di Roma e Pisa, i loro studenti e insegnanti.
Le Marche sono ricche di storia ed anche nei piccoli Comuni questa si è stratificata nel tempo ed ha lasciato tracce: dalla preistoria alla protostoria attraverso i vari periodi, dal paleolitico al neolitico all’età del bronzo e successive.
Proprio per questo oggi noi abbiamo la maggiore responsabilità nel salvaguardare questi reperti, che ci permettono di leggere la nostra storia, il percorso compiuto per giungere ai nostri tempi e quali erano un tempo le relazioni tra questi diversi luoghi, quali sono le relazioni attuali.
Muccia si arricchisce di questo lavoro i cui risultati sono da oggi in mostra in questa bellissima chiesa e in futuro, credo, in ambienti appositi, nella nuova sede municipale.
Ma con Muccia si arricchisce anche l’intera Provincia di Macerata.
Ringrazio tutti quelli che ci hanno dato l’opportunità di approfondire la lettura del nostro passato colmando i vuoti che impedivano una migliore comprensione della nostra civiltà.



Relazione del Soprintendente Archeologo delle Marche
Dott. Giuliano de Marinis

Il riconoscimento del senso storico del nostro lavoro come ricostruzione delle vita di chi ci ha preceduto, di chi ha preceduto la nostra comunità sul territorio, è la migliore gratificazione per il nostro lavoro.
Molto spesso noi archeologi, in particolare noi della Soprintendenza, siamo visti come una specie di scienziati pazzi, che raccolgono cocci, magari interferendo con le necessità della vita quotidiana, specie nel caso dell’archeologia urbana nelle città grandi e piccole.
È importante che una comunità comprenda invece che il nostro lavoro tende non tanto a raccogliere oggetti, ma a ricostruire la vita di tutti i giorni di chi ci ha preceduto su questa terra.
Questo è il senso vero del nostro lavoro. L’archeologia, non è solo storia dell’arte, è essenzialmente una scienza storica che colma quelle parti della storia dell’uomo per le quali non esistono documenti scritti. Integra e talora corregge parti della storia, la quale è sempre un sublimato di chi ha avuto modo di scriverla mostrando avolte una visione molto diversa e distorta di ciòa che è stato davvero.
La prima gratificazione viene pertanto dall’apprezzamento dimostrato dalle comunità per le quali noi lavoriamo.
La mostra di Muccia nasce per un’occasione ben precisa: la 38^ Riunione Scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, che è il massimo modulo culturale, che si occupa di questi più antichi periodi della storia in Italia.
Nel corso di questi 5 giorni di convegno, che si stanno svolgendo fra Ancona e l’Abbadia di Fiastra e che si concluderanno domenica prossima, sono state organizzate 3 escursioni contemporanee che si tengono oggi: una nel Pesarese, una nella Vallesina, e una nella Valle del Chienti che è questa.
Abbiamo creduto opportuno mostrare ai convegnisti, che rappresentano la riunione dei massimi studiosi di questa materia in tutta Italia, i risultati di questa ricerca programmata, una delle poche che noi, come Soprintendenza, siamo riusciti a impostare.
La nostra attività di tutela archeologica su tutta la regione Marche è per la massima parte improntata sull’emergenza, la maggior parte dei ritrovamenti avviene per cause fortuite, anche se spesso si riescono a pilotare ricerche programmate.
Questo è invece uno dei pochi casi in cui siamo riusciti a impostare un programma di ricerca pluriennale che si avvale oltre che delle nostre professionalità e dei nostri fondi, anche della collaborazione di due grandi Università, Roma e Pisa, e soprattutto del supporto del Comune di Muccia che fornisce ospitalità ai partecipanti.
Un programma a largo raggio che prevede la riesplorazione totale di questo sito che era, già per i primi scavi compiuti dalla professoressa Lollini negli anni sessanta, uno dei capisaldi della protostoria marchigiana e dell’Italia centrale.
Questi due anni di scavi condotti dalla Soprintendenza e dall’Università sotto il coordinamento generale della dottoressa Silvestrini della Soprintendenza Marchigiana e con il coordinamento scientifico delle professoresse Manfredini e Conati Barbaro dell’Università di Roma e della professoressa Radi dell’Università di Pisa, hanno già dato risultati quasi superiori alle aspettative. Non solo si è compreso meglio l’insieme di quello che aveva già visto la professoressa Lollini, ma si è scoperto una facies completamente nuova sia per l’eneolitico, prima età dei metalli, con strutture abitative di grandi dimensioni, rarissime in questo territorio, sia per frequentazioni e insediamenti anche molto successivi, di età tardo orientalizzante picena con tombe di notevole interesse.
Infine le sistemazioni agricole romane, che non sono grandi testimonianze dal punto di vista degli oggetti, né delle strutture, ma conferano la lunghissima continuità di lavoro, di sfruttamento agricolo di questo territorio.
Un territorio sempre legato ai passaggi e ai percorsi.
Da questo nasce il sottotitolo della mostra stessa.

 
Sede della Mostra
Scavi Archeologici
- Neolitico recente
- Eneolitico
- Necropoli
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